Quanto rende investire sul mercato immobiliare? Si tratta di un quesito di fondamentale importanza per chi si trova a decidere se acquistare o guardare altrove per il proprio investimento. Diamo un’occhiata ai dati della seconda metà del 2021.
In tale periodo, il 16,5% delle compravendite è stato realizzato per investimento. L’inflazione in crescita, infatti, sta spingendo i risparmi sul mattone che viene sempre considerato un ottimo impiego del capitale. A rinforzare il fenomeno anche il ritorno dei flussi turistici che ha portato di nuovo alla ribalta gli acquisti di immobili da destinare a ricettività sia nelle città più attrattive sia nelle località turistiche. L’analisi considerata prende in esame locazioni a lungo termine e non stagionali. La possibilità di ottenere canoni di locazione continuativi induce prudenza nei proprietari, soprattutto negli ultimi tempi alla luce dell’incertezza e dei rincari dei costi energetici. I rendimenti annui da locazione restano comunque interessanti: per un bilocale di 65 mq nelle grandi città italiane si è attestato intorno al 5,0%. Le metropoli che spiccano per avere i rendimenti maggiori sono: Genova con il 6,2% %, Verona con il 6,0% e Palermo con il 5,9%.
Quali sono le preferenze degli investitori?
Gli investitori preferiscono le aree con la presenza di atenei, di servizi (il cui peso è sempre maggiore dopo il lockdown), le aree sottoposte ad interventi di riqualificazione. In generale, se si guarda solo al rendimento da locazione, sono le zone più periferiche a rendere maggiormente a motivo dei prezzi degli immobili più contenuti. In genere, chi investe nel settore immobiliare non guarda solo ai rendimenti da locazione ma anche e soprattutto alla rivalutazione del capitale. Dal 1998 al 2021, limitando l’esame alle grandi città italiane risulta una rivalutazione del 40,7%. Quella che si è rivalutata maggiormente è stata Milano con 117,3%, seguita da Firenze con il 71,4%.