Come sta andando il mercato immobiliare nelle grandi città? Che differenze si notano tra centro, semicentro e periferia? Andiamo a scoprirlo grazie a uno studio che prende in esame i prezzi pre e post pandemia.
In base alle analisi condotte dall’Ufficio Studi Gruppo Tecnocasa nell’arco di tempo considerato i prezzi delle case nei centri delle metropoli sono rimasti sostanzialmente stabili (+1%), mentre nelle zone semicentrali e periferiche hanno registrato un ribasso rispettivamente del 13% e del 17,2%.
Le zone centrali hanno ottenuto questo risultato grazie anche agli investitori che hanno puntato, in particolar modo, sugli affitti turistici.
La situazione nelle singole città
A Bari, Napoli, Roma e Palermo le zone centrali hanno perso meno rispetto a quelle periferiche e semicentrali proprio grazie al forte afflusso turistico che le interessa. Per lo stesso motivo le case del centro di Verona hanno incrementato il loro valore (+19,1%). E sempre gli investitori, con i loro acquisti, hanno consentito alle zone centrali di Bologna di rivalutarsi del 31,7% e a quelle di Milano del 21,3%. A contribuire a questo risultato sono stati anche gli acquirenti di case di pregio, che nelle zone centrali, soprattutto di Milano e Roma, trovano un’offerta di valore ma esigua e questo porta a un aumento dei prezzi. La pandemia ha generato nuove tendenze abitative portando a un maggiore interesse per le zone periferiche, in grado di rispondere alle esigenze di chi ha cercato una camera in più, spazi esterni o soluzioni indipendenti. Per questo motivo in alcune città, tra cui Milano, le case nelle aree più esterne hanno messo in luce aumenti di prezzo superiori a quelle registrate nelle aree centrali o semicentrali con un’accelerazione proprio post pandemia. Il fenomeno nel capoluogo lombardo era già presente: il forte aumento dei prezzi delle case in centro aveva portato a uno spostamento nelle zone semicentrali e periferiche, dove tra l’altro sono in corso anche interventi di riqualificazione e potenziamenti delle metropolitane. Le periferie di Milano hanno infatti registrato un incremento dei valori del 30,9%.
Le zone esterne che hanno messo in luce una perdita di valore più importante sono quelle di Genova (-54,2%) penalizzate soprattutto da un’offerta abitativa di tipo popolare e da un bacino di clientela che ricorre a mutui importanti.
A seguire le zone periferiche di Torino con -32,8% e Roma -29,1%. Nel capoluogo piemontese e romano la motivazione è da ricercare in una diminuita capacità di spesa dei potenziali acquirenti, nell’offerta di abitazioni che spesso necessitano di interventi di ristrutturazione.