Cosa vuol dire abitare oggi? Su quali basi valuteremo il nostro benessere? Che futuro vivremo? E’ possibile determinare dei significativi cambiamenti nella società attraverso costruzioni più efficienti e sostenibili?
Queste domande rappresentano non solo il futuro dell’edilizia, ma forse il destino dell’intero sistema di sviluppo economico e sociale per come lo conosciamo oggi. E’ necessario trovare soluzioni che si adattino ad uno stile di vita che possa andar bene a 8-9 miliardi di persone in un pianeta che, a parte le energie rinnovabili, è un sistema chiuso, dove non esistono quindi alternative. L’unica certezza è che in un mondo limitato uno sviluppo illimitato è impossibile. A questi ritmi, con il progressivo consumo delle risorse disponibili, entro il 2030 necessiteremo di una seconda Terra, che non esiste. Se pensiamo che l’energia consumata per riscaldare e raffrescare le abitazioni rappresenta ben il 40% del totale, allora diventa evidente come le chiavi del futuro siano rappresentate dal risparmio e dall’efficienza energetica degli edifici.
E’ necessario quindi tracciare la strada su due binari paralleli: da una parte bisogna operare con intelligenti e significativi interventi di riqualificazione sul patrimonio esistente, cercando di migliorare per quanto possibile il consumo energetico rispetto al mostro energivoro che rappresenta oggi la maggior parte dell’edilizia degli ultimi decenni. Ma soprattutto bisogna stabilire delle leggi chiare, precise e soprattutto condivise sulle nuove costruzioni, con relativi protocolli che indichino la strada da seguire per realizzare abitazioni realmente efficienti e strutture a consumo quasi zero, come peraltro sarà obbligatorio in tutta Europa a partire dal 2020 per l’edilizia residenziale privata e dal 2018 per quanto riguarda l’edilizia pubblica. Queste date, considerando la lentezza legislativa e burocratica del nostro Paese, rappresentano un futuro talmente prossimo da essere quasi arrivato.
Per l’Italia, che deve importare quasi l’intero fabbisogno di energia, è un gigantesco spreco di risorse non sfruttare le tecnologie ed i sistemi collaudati che possono drasticamente ridurre i consumi energetici nelle case. Le importazioni energetiche ci costano 70 miliardi di euro l'anno. Investendo sull’efficienza energetica in edilizia si potrebbero risparmiare oltre 12 miliardi l'anno, attraverso la riduzione di almeno il 20% dei consumi. In tempi di crisi e spending review… questo è un tesoro! I benefici che comporterebbero efficienza e risparmio energetico nell’edilizia non vengono sufficientemente riconosciuti dalla politica, nonostante apportino utilità indiscusse, come la creazione di nuova occupazione e un concreto sostegno al risparmio delle famiglie. Però la gente, le persone comuni e anche gli imprenditori più virtuosi, al contrario della politica, stanno incominciando a capire quanto sia importante e centrale la questione dell’efficienza negli edifici.
Legambiente è un'Associazione ambientalista conosciuta in tutta Italia che ha nel suo DNA e nei suoi obiettivi il tentativo di favorire un cambiamento nell'utilizzare l'energia e ridurne appunto l'impatto sul pianeta e quindi di produrre, attraverso questa visione, un cambiamento anche nell'edilizia e nel modo di costruire e ristrutturare gli edifici. Negli ultimi due anni è cresciuta l'attenzione da parte dei tecnici in tutta Italia e da parte delle amministrazioni nei confronti dell'uso del legno, che era stato abbandonato da tantissimo tempo quale componente nelle costruzioni, anche dal punto di vista strutturale. La crescita di questa attenzione è dovuta a due fattori: la maggiore attenzione che si ha su questo tema in termini di innovazione ormai prossima, e la crescita di mercato più organizzata. Ciò aiuta non poco, perché prima mancava l'informazione sul tema legno.
Non c'é dubbio che l'altra spinta sia quella energetico-ambientale, dato che il legno è un materiale importantissimo in termini di qualità, vivibilità, e di isolamento. L'Italia fatica a recepire velocemente le direttive europee, però gradualmente ci si sta rendendo conto che ostacolare questa tendenza, come qualcuno ha fatto, non è positivo, e quindi ora si sta andando velocemente verso una direzione che aiuti i tecnici, gli imprenditori e cittadini, ad aiutare a comprare i prodotti che siano trasparenti, certificati, di qualità e chiari. Quindi ci si sta rendendo conto che questa direzione può essere un'opportunità.
Non c'é dubbio che il salto culturale che questa scelta impone in alcune parti del paese e del settore è radicale, e quindi c'é bisogno di convincere le persone, i tecnici, le amministrazioni locali non solo di questa nuova prospettiva, ma anche delle conseguenze che ciò comporterebbe, e cioè maggiore formazione e più competenza per produrre risultati in termini di risparmio energetico. C'è bisogno di investire tantissimo in formazione. Ed è questa la strada che forse ancora si sta sottovalutando, e c'è bisogno che questo tipo di esperienze si diffondano in tutta Italia.